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Sergio Scatizzi “Paesaggio in Maremma”

Studio d'Arte Moderna Il Fiore

Sergio Scatizzi “Paesaggio in Maremma”

Sergio Scatizzi, Paesaggio in Maremma, olio su tavola, cm 75x60, 1991

Sergio Scatizzi
“Paesaggio in Maremma”
Olio su tavola
cm 75×60
1991

Ogni artista in genere è caratterizzato da inevitabili cambiamenti metodologici con cui esso si approccia alla materia, per questo, se vediamo anche i grandi del passato, possiamo osservare quasi una sorta di mimetismo con la maniera del maestro, un approccio palmare che molto spesso anche adesso trae in inganno gli storici dell’arte.

Man mano che si ha un distacco dal mentore vediamo inevitabilmente dei cambiamenti, quei vizi tecnici che si legano indissolubilmente alla personalità stessa dell’uomo finalmente liberato dai vincoli del praticantato.

Giunti quindi nella fase della maturità e perciò della consapevolezza, troviamo le caratteristiche che diventano tipicamente identificative di quel determinato maestro.

Scatizzi risulta essere un pittore facilmente distinguibile dagli amanti del Novecento toscano, ma forse meno per i dipinti degli anni Novanta i quali si distaccano divenendo quasi una cosa a sé rispetto al panorama generale della sua opera pittorica; in questo decennio infatti sembra abbandonare l’uso della spatola, tornando ad un redivivo pennello, i paesaggi divengono dei luoghi incantati ultraterreni e gli accostamenti cromatici di una brillantezza mai toccata finora.

Un decennio quindi in cui Scatizzi si distacca dal suo operato precedente, rimanendo però allo stesso tempo indiscutibilmente riconoscibile perché riesce a mantenere inalterato il suo linguaggio ed è proprio questo a renderlo così inconfondibile.

 

 

Sergio Scatizzi
“Landscape in Maremma”
Oil on board
cm 75×60
1991

Ogni artista in genere è caratterizzato da inevitabili cambiamenti metodologici con cui esso si approccia alla materia, per questo, se vediamo anche i grandi del passato, possiamo osservare quasi una sorta di mimetismo con la maniera del maestro, un approccio palmare che molto spesso anche adesso trae in inganno gli storici dell’arte.

Man mano che si ha un distacco dal mentore vediamo inevitabilmente dei cambiamenti, quei vizi tecnici che si legano indissolubilmente alla personalità stessa dell’uomo finalmente liberato dai vincoli del praticantato.

Giunti quindi nella fase della maturità e perciò della consapevolezza, troviamo le caratteristiche che diventano tipicamente identificative di quel determinato maestro.

Scatizzi risulta essere un pittore facilmente distinguibile dagli amanti del Novecento toscano, ma forse meno per i dipinti degli anni Novanta i quali si distaccano divenendo quasi una cosa a sé rispetto al panorama generale della sua opera pittorica; in questo decennio infatti sembra abbandonare l’uso della spatola, tornando ad un redivivo pennello, i paesaggi divengono dei luoghi incantati ultraterreni e gli accostamenti cromatici di una brillantezza mai toccata finora.

Un decennio quindi in cui Scatizzi si distacca dal suo operato precedente, rimanendo però allo stesso tempo indiscutibilmente riconoscibile perché riesce a mantenere inalterato il suo linguaggio ed è proprio questo a renderlo così inconfondibile.

 

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